top of page

​i bagni caldi

I bagni caldi si posizionano su due livelli: uno sulla scarpata e uno sul torrente e sono alimentati da quella che dai frequentatori è chiamata "Sorgente". In realtà non c'è più una sorgente vera e propria in quanto le varie sorgenti presenti in passato si sono esaurite il più delle volte a causa di frane e smottamenti vari ma anche per l'incuria usata dal'uomo nei secoli per sfruttare il prezioso bene minerario liquido quale è l'acqua termale. A tutt'oggi, come già anticipato prima, l'acqua proviene da un pozzo ma non va direttamente alle pozze: l'acqua termale viene depositata preventivamente in una cisterna, delle pompe portano l'acqua ai due stabilimenti termali a pagamento esistenti mentre lo scolmo (ossia la parte eccedente) viene riversata per la libera fruizione tramite tubature che sfociano alle pozze. Questo garantisce che l'acqua ai Bagni di Petriolo sia vergine anche in libera fruizione, condizione purtroppo non più presente nel palinsesto generale dei parchi termali italiani che normalmente usufruiscono di un acqua non più vergine ma già usata dagli stabilimenti a pagamento che detengono la concessione mineraria. La concessione mineraria di Petriolo è da questo anno in mano alla Terme di petriolo Spa che cede una quota anche allo stabilimento Petriolo Spa & Resort. Il livello sulla scarpata è caratterizzato dall'essere più caldo di quello sottostante, lì sono le pozze alimentate da condotte removibili esterne. Attenzione: questi bagni non sono consigliati a chi soffre di bassa pressione, vene varicose e altri problemi alla circolazione agli arti senza ausilio medico al seguito che in loco non si trovano. In generale per queste affezioni i bagni caldi sono comunque sconsigliati.

La pozza più calda è quella, arrivando ai bagni, in alto a destra, chiamata anche Pozzo dell'Inferno o semplicemente Il Pozzo. Ha una conformazione simile ad un pozzo sia nella forma che nella profondità. Beninteso, non è che sia profondo come un pozzo però una volta seduti sul suo fondo mediamente l'acqua copre bene fino alle spalle. É una postazione monoposto ma si può stare anche in due o in tre (stringendosi molto).

É la prima pozza vicina alla "sorgente", i dati ufficiali parlano di una temperatura tra i 42 e i 43 gradi però non è infrequente trovare l'acqua ben oltre questi valori anche a 45 o 46 gradi. Questo dipende dal movimento magmatico, per cui (ad esempio) in caso di attività esplosiva sull'Etna l'acqua si surriscalda moltissimo e in anni precedenti è stata misurata anche intorno ai 50 gradi. Beninteso che si tratta di un caso più unico che raro, però anche durante le ultime eruzioni del 2012 e l'attività del 2013 l'acqua è stata misurata più di una volta tra i 47 e i 48 gradi. Il fenomeno non si protrae per molto, il più delle volte dura al massimo un paio di ore restando comunque in quei casi al di sopra delle temperature standard.

É questa la pozza su cui si deve prestare maggiore attenzione proprio per la sua alta temperatura. Si consiglia sempre di essersi ben temperati nelle acque meno calde prima di immergersi in questa. Molti hanno la convinzione che l'immediato ingresso in questa vasca sia molto benefico e dia grande tonicità mentre invece è l'esatto contrario e si incorre se non correttamente temperati a problemi vascolari di varia natura oltre a non infrequenti casi di rottura dei capillari e imbucciamento sgradevole della pelle. Inoltre è vivamente consigliato farsi un bagno freddo nel torrente una volta soggiornato nel Pozzo anche per stabilizzare la pressione in quanto questa pozza la fa calare tantissimo ed è vivamente sconsigliato soggiornare in altra acqua calda dopo essere stati qui. Attenzione alle gambe: dopo una iniziale inumazione di un minuto o due si consiglia di restare seduti dentro la vasca ma con le gambe fuori per non aver problemi alle vene. Attenzione ai genitali maschili e femminili: la temperatura anche quando capita più elevata di per se non è fonte di preoccupazione per queste parti ma l'inumazione con costume, mutande o altro indumento porta la parte del corpo coperta da esso ad un "effetto pentola chiusa", vale a dire che, anche se non sembra e non ce se ne accorge ed anzi pare più gradevole, la parte coperta dall'indumento fa esattamente come coprire una pentola d'acqua a bollore aumentando a dismisura sia il calore (che allora può diventare davvero fonte di preoccupazione) e variando troppo la pressione. Si sconsiglia di restare in costume in questa pozza, si consiglia di toglierselo una volta inumati, diversamente i problemi  riscontrabili possono essere vari ed immaginabili ma ce ne è uno a cui teniamo ricordare agli uomini: questo fenomeno (che non è tipico solo per Petriolo ma per tutte le tipologie affini come effettuare saune in costume, quindi attenti) è fortemente indiziato come causa di varicocele. La tubazione semovibile presente potrebbe permettere di climatizzarla diversamente ma, cortesemente, non toccatelo: esistono altre vasche temperabili, questa occorre che stia alla temperatura più alta possibile.

La seconda vasca a destra arrivando, sotto il Pozzo dell'Inferno, è chiamata La Conchiglia. É una vasca con una temperatura mediamente inferiore alla temperatura di uscita tra il 6 e il 7% (normalmente 39°). É detta anche "vasca di defaticamento" perché vi si sta dopo aver fatto i passaggi nelle altre vasche in preparazione o alla Troscia o al Pozzo dell'Inferno. L'acqua giunge in minima parte vergine da una conduttura secondaria (la vecchia conduttura), il resto è lo scolmo del Pozzo dell'Inferno e dell'altra vasca che sta alla sua sinistra (sempre sopraggiungendo) che gli sta sopra. É una vasca in cui si sta anche in due o più, non è molto profonda e si consiglia di starci da soli sdraiati. benché molto calda dà un relax fantastico.
Oltre a temperare bene per l'inumazione in acque più calde, questa è una vasca di prima sedimentazione e, sebbene l'acqua termale qui non sia mai dissociata, più che in altre vasche è possibile beneficiare dei minerali e dei microfanghi eccellenti per la pelle e per combattere problematiche facciali giovanili.
Bisogna però ricordarsi sempre che è una vasca comunque molto calda e non si è consigliabile la permanenza qui a lungo.

Ed eccoci giunti a quella che è la vasca più famosa, la più conosciuta e, per certo, la più anziana delle vasche originali. É la terza vasca da destra arrivando al sito e, vuoi per la sua conformazione, vuoi perché una volta questa era la vasca in assoluto più calda del parco, è conosciutissima con dei nomi un po'... tetri... un po' lugubri... ma tant'è: La Tomba o anche detta La Bara! Beninteso: non c'è morto mai nessuno, nessun vampiro esce da lì. La sua configurazione però ricorda molto bene questi termini.
É una vasca termoregolabile, la tubatura può essere spostata per climatizzarla al meglio. La sua temperatura mediamente è inferiore del 3 o 4 %  rispetto alla temperatura di uscita (normalmente intorno ai 40°) quando è a pieno regime
É una delle due vasche superiori più "socievoli": si sta tranquillamente in due ma non è raro trovarvici anche tre o quattro persone dentro che conversano o comunque socializzano. Ha un'alta sedimentazione, non quanto la Conchiglia, è ottima come uso terapeutico per dolori e infiammazioni (combinato con un bagno freddo).

Un'altra vasca dove certo fresco non fa è Il Fagiolo. Si trova nella parte centrale del parco termale alto, la quarta vasca da destra arrivando. Anche questa è una vasca termoregolabile e la sua temperatura di norma è di poco inferiore a La Bara.

É caratterizzata dal fatto di avere un divisorio, che resta sotto l'acqua, di cui si potrebbe pensare di poterne fare a meno. In realtà quel divisorio altro non è che un tentativo (peraltro fallito) di incanalare l'acqua termale verso il basso passando sotto Il Fagiolo nel mentre era in costruzione. Il perché è semplice: esisteva sotto Il Fagiolo un'altra vasca detta dell'Acquapazza. Questa vasca aveva un nome così bizzarro perché a volte immergendosi si trovava l'acqua caldina e a volte ghiacciata. Nel tentativo di temperarla a dovere fu tentato di portare l'acqua passando con un tubo che però intralciava quella che doveva essere una nuova vasca (appunto Il Fagiolo), però quando franava il dirupo e portava giù con se il tubo, quando il tubo restava schiacciato dai sassi sovrastanti, fu abbandonata l'idea. Nel tempo, con le formazioni calcaree che si producevano, fu tentato prima di portare l'acqua calda tramite i canali naturali che ancora esistono sopra Il Fagiolo e poi addirittura di fare un'altra vasca "a terrazza" sotto il fagiolo. E la vasca fu fatta, ma non reggeva e fu distrutta.

L'ultima delle vasche vergini in alto è, al pari de La Bara, la più conosciuta e senz'altro la più usata. nel tempo le hanno dato molteplici nomi, Il Vascone o La Vasca Grande sono quelli più conosciuti, ma è stata conosciuta anche come La Fossa, La Chicchina e altre. Pochi però sanno qual'è stato il suo primo nome: all'epoca erano intenti in diversi a cercare di trattenere l'acqua e non era facile perché la costruzione delle vasche era fatta con pietre che inevitabilmente facevano fuoriuscire sia l'acqua che le piccole pietre ed altri manufatti che dovevano trannere il tutto, tutti intenti a fare questo o quasi perché c'erano due che si erano messi da una parte e lavoravano a rilento... "o segaioli, badate di fa qualcosa costà invece di dormire..." così venivano apostrofati. Non c'erano architetti o ingegneri e allora si faceva come venivano le cose. In quel punto dove c'è Il Vascone dovevano venire dalle due alle tre vasche ma una volta finito (dopo mesi e mesi) i due che si erano presi la briga di quel posto avevano fatto il perimetro e basta e gli reggeva pure, così dissero "noi s'è fatto, meglio di così non viene". Nell'idea iniziale delle due o tre vasche quel vascone faceva ridere e fu chiamato La Pozza dei Segaioli.
.

É termoregolabile, la sua temperatura è di norma tra il 10 e il 15% meno della temperatura all'origine, è una vasca da temperaggio e da relax. Di sicuro è la vasca più "socievole": ospita moltitudini di persone anche se strette come sardine in scatola (ma tant'è). Attenzione: quando l'acqua di questa vasca non è molto calda, la corrente non vi scorre ed anzi è quasi stagnata e l'acqua è estremamente dissociata non è consigliabile soggiornarvi in quanto in queste condizioni l'acidità è molto alta e la pelle ne soffre (ce se ne accorge in particolar modo dove la pelle è più sottile, la parte superiore dei piedi ad esempio). In questo caso è bene provvedere, se non capaci allo svuotamento della vasca, a ripristinare il flusso di acqua all'interno ed attendere che l'acqua almeno schiarisca.

Ed eccoci arrivati sull'alveo del fiume dove si trova l'immenso vascone, normalmente suddiviso in due da uno sbarramento comunque aperto, che ogni anno, purtroppo, al termine delle piene e delle alluvioni va rifatto, ripristinato o, come dopo le alluvioni del 2012 e 2013, completamente reinventato. L'ultima conformazione ha fatto trovare agli utenti una terza vasca che Gianni, assiduo frequetatore di Petriolo, ha realizzato e si trova, arrivando ai bagni, sulla sinistra. Per quest'ultima vasca l'approvvigionamento dell'acqua avviene in parte da una deviazione della conduttura del Vascone, in parte dallo scolmo del Vascone. Quella vsaca, quando ancora si parlava di ipotesi, fu pensata da Fabio, Socio Fondatore dell'Associazione, per altri scopi ma la destinazione poi è diventata immediatamente quella del relax da parte degli utenti. Attualmente alla pozza non è stato dato un nome.

​Comunque la parte centrale e importante di questa zona è quella più grande che inizia sotto le mura di cinta e termina sotto e oltre la fine del Vascone. Questa vasta area è chiamata La Piscina.

 

La divisione de La Piscina è importante perché permette la diversa climatizzazione dell'acqua, più calda a monte e più tiepida a valle. Ne La Piscina a monte si immette una grande quantità di acqua proveniente direttamente dal pozzo termale principale tramite una tubazione rigida che crea un fiotto molto corposo chiamato La Troscia. É proprio questo grande getto che climatizza l'area ad una temperatura relativamente elevata rendendo la parte a monte de La Piscina una immensa zona di temperaggio ottimale prima di inumarsi nelle pozze superiori mentre la parte a valle resta più tiepida e gradevole per un relax stupendo oltre che zona più che gradita alle attività da "salotto".

La Troscia è una incomparabile terapista: sdraiandosi ne La Piscina sotto di essa è una fantastica massaggiatrice, attiva la circolazione in modo considerevole permettendo ai vari organi (fegato, reni, apparato digerente, pancreas, ghiandole, eccetera) di mettersi attività ed eventualmente evidenziando problemi prima sconosciuti; la violenza della sua corrente permette all'epidermide di disintossicarsi più velocemente, con l'epidermide disintossicata e dilatata per il grande calore permette di far entrare sottopelle i minerali presenti nell'acqua; respirare con il getto sulla testa è come fare innumerevoli sedute di aerosol, eccellente per chi soffre di sinusiti, riniti; la sua corrente è un massaggio che non ha molto da invidiare a quelli praticati manualmente e dona un relax e una sensazione di benessere unica, alcuni hanno la convinzione che modelli o rimodelli il corpo in particolar modo attorno alle parti grasse come coscie e seni ma questo è difficile da confermare. Importante è sempre procedere con un bagno freddo dopo un trattamento sotto La Troscia, pena il vanificarsi dei benefici.

PAGINA INCOMPLETA PERCHÈ IN COSTRUZIONE

bottom of page